Last Updated on Novembre 20, 2024 by devange.it
Graphic design, focus sull’International typographic style: cos’è lo Swiss design, quali sono gli autori principali e i font più utilizzati.
Lo stile “Swiss”
Cos’è lo swiss design? L’international typographic style è uno stile grafico che nasce negli anni Cinquanta in Svizzera. Il graphic design svizzero è sinonimo di essenzialità, leggibilità, chiarezza, rigore, neutralità e pulizia dell’immagine.
Per capire cos’è lo Swiss design non si può fare a meno di citare la filosofia “less is more” (eliminare dettagli superflui piuttosto che aggiungerli) coniata dall’architetto tedesco Ludwig Mies Van Der Rohe.
Lo stile grafico Swiss si basa inoltre sulla forte rilevanza conferita agli elementi tipografici (in special modo alla bold typography), sull’esaltazione del contrasto (sia a livello di scala che di colore) che genera tensione a livello visivo, sull’utilizzo in maniera prevalente dei colori bianco e nero, sull’uso di forme geometriche e sulla loro ripetizione (pattern), sulla grande attenzione alla gerarchia prospettica degli elementi presenti nell’immagine (sia che si tratti di caratteri tipografici o di forme geometriche), sull’utilizzo di layout asimmetrici e di gabbie (la cosiddetta “grid organization”, quella che alcuni equiparano a una sorta di “armatura invisibile”) e sul negative space.
Proprio lo “spazio bianco” ha un ruolo determinante: esso infatti – come sosteneva Jan Tschichold – non costituisce uno sfondo passivo bensì gioca un ruolo attivo importante.
L’international typographic style non si avvale di illustrazioni o disegni – considerate rappresentazioni soggettive della realtà – bensì punta sulla “neutralità” e “oggettività” della fotografia. Le “regole” dello swiss design saranno negli anni successivi superate e stravolte dal cosiddetto swiss punk (o new wave typography).
Gli autori principali
Il padre dello Swiss design è Ernst Keller della Scuola di arti applicate di Zurigo. Ad influenzare lo swiss design sono inoltre stati Thèo Ballmer, Max Bill e Anthony Froshaug. Gli esponenti principali di questo particolare stile grafico sono invece Armin Hoffmann e Emil Ruder della scuola di Basilea (entrambi sostenevano che il design dovesse essere “as invisible as possible”) .
“Basel – scrive Karen Cheng nel libro “Designing type” – was infamous for its rigorous and intensive program of design foundations”. La stessa Cheng sottolinea come alla fine del percorso di studio a Basilea abbia contratto quello che Erik Spiekermann definisce “typomania“. Ellen Lupton definisce la “typomania” con queste parole: “One day you step off the edge of the subway platform wondering wheter the words ‘stand behind the yellow line’ are set in Akzidenz Grotesk or Helvetica” .
Un ruolo di primo piano per lo Swiss design è sicuramente rivestito da Joseph Muller-Brockmann della scuola di Zurigo. Quest’ultimo affermava: “Order was always wishful thinking for me”. Anche l’architetto designer Max Bill ha giocato un ruolo importante.
A contribuire alla diffusione dello swiss design furono anche la rivista “Neue Grafik” (fondata a metà degli anni Cinquanta da Joseph Muller-Brockmann, Hans Neuberg, Richard Paul Lohse e Carlo Vivarelli) e la rivista “Graphis – The international Journal of visual communication” pubblicata per la prima volta nel 1944 da Walter Herdeg.
Uno dei design più famosi è senza dubbio Yves Zimmermann, formatosi alla Scuola di Basilea (autore di copertine anche per il magazine Typografische Monatsblätter).
Un contributo importante fu inoltre fornito da Gregory Vines, Theophil Stirnemann e Horst Hohl
Le radici: costruttivismo russo, De Stijl e Bauhaus
Le radici del graphic design “swiss” si trovano nel costruttivismo russo (soprattutto nelle opere di Kazimir Malevich, El Lissitzky e Alexander Rodchenko) dei primi del Novecento, nel movimento “De Stijl”(o neoplasticismo) nato in Olanda grazie a Theo von Doesburg e Piet Mondrian e nello stile Bauhaus (“forms follows function” il motto di questa corrente) della scuola fondata da Walter Gropius.
Ad avere grande impatto sullo swiss design sono state anche le opere del tipografo e designer tedesco Jan Tschichold ispiratore della “Die neue typographie (come si legge nel paper “The new relevance of Basel basics” dei docenti Amir Berbic e Roderick Grant, la new typograhy rigettava con forza gli ornamenti, le illustrazioni e la simmetria in favore del cosiddetto spazio bianco, della fotografia e di font senza grazie).
I font più usati: Helvetica e Univers. Il mito del “crystal goblet”
Lo “swiss design” si avvale soprattutto di caratteri tipografici sans serif, ovvero senza grazie (“bastoni”). Nella maggior parte dei casi i graphic designer utilizzano la versione minuscola (“lower case”) del carattere.
Come evidenziano Steven Heller e Gail Anderson nel libro “The typography idea book”, l’uso di caratteri lower case, magari nella loro versione bold, riesce a formare una unità tipografica che si insinua perfettamente nel mare bianco dello spazio negativo (negative space).
In molte occasioni, come detto, i font vengono declinati nella loro versione bold. Il testo di solito viene posizionato con allineamento giustificato a sinistra (flush-left o ragged right)
I font più utilizzati dai pionieri dello swiss design sono l’Akzidenz Grotesk, l’Helvetica e lo Univers. Dall’Azkidenz Grotesk presero ispirazione anche Konrad Bauer e Walter Baum per la realizzazione nel 1957 del font sans-serif denominato Folio.
Il carattere prediletto da Jan Tschichold (autore dell’importante libro “Die Neue Typographie”) era invece il Futura.
L’Akzidenz Grotesk è un carattere tipografico sans serif creato dalla fonderia tedesca Berthold AG nel 1896. E’ proprio dalla volontà di migliorare e modernizzare questo carattere (diffuso con alcune modifiche con il nome di “Standard”) che nasce l’Helvetica.
Per capire cos’è lo swiss design non si può fare a meno di parlare di questo font. L’Helvetica (Neue Haas Grotesk il nome iniziale) viene disegnato nel 1957 da Max Miedinger e realizzato da Edouard Hoffman, direttore della fonderia Haas di Munchenstein, in Svizzera. Freddo, impersonale e asettico, Helvetica diventerà uno dei caratteri tipografici più utilizzati dallo “swiss design” e successivamente dal graphic design in generale (lo stesso designer Cyrus Highsmith dimostrò con un suo esperimento quanto fosse difficile vivere a New York anche solo per un giorno senza poter utilizzare le informazioni scritte con questo font).
Il carattere Univers è invece realizzato nel 1957 dal designer svizzero Adrian Frutiger. La caratteristica principale è che lo Univers – a differenza dei caratteri allora esistenti – è disegnato in 21 “pesi” diversi, dunque al di là degli allora comuni 3 pesi (regular, bold e italic).
Helvetica, Univers e Akzidenz Grotesk – considerati font “neutrali” per eccellenza – permettono al designer di rispettare il principio del calice di cristallo cristallo (è il cosiddetto mito del “the crystal goblet” introdotto nel 1932 da Beatrice Warde).
Influenza dello stile swiss sul graphic design di oggi
L’International typographic style ha avuto (e continua ad avere) grande impatto sul mondo del graphic design. Ancora oggi la grafica in stile “Swiss” viene utilizzata per la realizzazione di poster, copertine di magazine, elementi per il packaging, siti web.
Siti, articoli e video interessanti
Alcuni siti, articoli e interessanti sulla storia e sulle caratteristiche dello swiss design
“What exactly is swiss design, anyway?” di Alex Bigman
“Swiss Style: the principles, the typefaces & the designers” di Callie Budrick
“Swiss style forever: storia della nascita di una tradizione nel campo della grafica” di Barbara Junod
Sul canale YouTube “Blue Lightining TV Photoshop” è inoltre caricato un tutorial interessante sulla realizzazione grafica di un poster in puro stile swiss
“Swissted”, interessante progetto di Mike Joyce: il designer statunitense ha rielaborato in puro stile Swiss i poster vintage di concerti di band famose.